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domenica 16 maggio 2010

Scajola è stato da un notaio per comprare un appartamento a Roma (mozzafiato davanti al Colosseo). A causa di un'amnesia il poveretto non ricorda più chi abbia pagato -in sua vece- le due signore venditrici dell'appartamento

Chi ha qualche annetto sulle spalle ricorda cosa sia stata “Tangentopoli”. Si è trattato di quel fenomeno che in forma diretta ed indiretta ha segnato la fine del regime dei partiti che si era instaurato nel dopoguerra. All’inizio erano partiti carichi di valori e ideali nonchè di uomini veri. Col trascorrere dei decenni e degli anni, fino ad arrivare nel 1992, erano divenuti le larve di ciò che erano stati nella lotta di Liberazione dal nazi-fascismo. Mano mano che morivano gli uomini che erano stati forgiati dalla lotta nella Resistenza, e che quindi conoscevano cosa erano i “sacrifici”, cominciarono ad arrivare al vertice dei vecchi partiti personaggi che dei “valori ideali” se la ridevano perché gli obiettivi erano divenuti la conquista del potere per il potere. “Tangentopoli” in poche parole fu la presa di coscienza della nazione che le maschere dei partiti coprivano più o meno uomini privi di scrupoli.
Ciò che oggi leggiamo sui giornali sui miliardi di euro (denaro pubblico) sperperati per comprare le case ai ministri compiacenti o per ristrutturare i loro appartamenti, per chi ha memoria di Tangentopoli, non suscita particolari sorprese. Ciò che sui giornali leggiamo non è altro che un film già visto. E come potrebbe essere diversamente ?
Dopo Tangentopoli la guida del paese cessò di essere retta dai “partiti storici”, resi fradici dagli uomini senza scrupoli, per passare a strutture cosiddette “leggere”, ossia non più organismi partitici finalizzati a perseguire “valori” ma a ‘partiti’ (in verità scatole elettorali) pragmatici la cui bussola era, ed è, di poggiarsi su leaders più o meno carismatici che molto apertamente dichiarano quali sono gli interessi che si propongono di difendere.
Negli anni successivi a Tangentopoli l’elettorato, in Italia, viene infatti chiamato a votare da un lato per Berlusconi, uomo di cui pure i cani sanno che è a capo di un conglomerato economico monopolista nel comparto dei media (televisioni, pubblicità, banche, libri, giornali, centri commerciali, assicurazioni, etc. etc.) che non ha mai nascosto che sua primaria ragione per la discesa in campo è la salvaguardia della sua persona (dalle inchieste giudiziarie) e l’incremento del suo patrimonio aziendale, prevalentemente ‘monopolistico’, dall’altra per un gruppo di politici, salvatisi -chi sa come da Tangentopoli-, che odiando (in un primo tempo) Berlusconi per le immense sue ricchezze, avrebbero voluto essere come lui. Per essere come Berlusconi bisognava organizzare amici del quartierino, scalate a banche, coprire crack finanziari ai danni di piccoli risparmiatori etc. etc.. Ovviamente nel fare tutti questi tentativi, per somigliare a Berlusconi, tutti questi signori hanno perso, strada facendo, la “presunta” verginità che essi denominavano “diversità”, circostanza che un ‘occhio avveduto’ come quello di Berlusconi non ha mancato di cogliere.
La conseguenza ?
Oggi l’intera classe politica, di destra e di sinistra, si trova sulla medesima barca. L’Italia è l’unico paese dell’Occidente privo di opposizione vera al governo, peraltro retto da un autocrate. Chi scrive queste righe non si è mai accorto delle iniziative dell’opposizione per eliminare, per esempio, lo sconcio di un Parlamento composto da “nominati”, cioè di uomini che devono giurare fedeltà a Berlusconi, a Veltroni, a D’Alema e così via per poter essere nominati (non eletti) in Parlamento..
Qualche pezza di sostegno alla tesi che lasciamo intravedere ?
In questi ultimi diciotto anni abbiamo avuto, oltre al dominio di Berlusconi anche i ridicoli governicchi dei cosiddetti “uomini di sinistra”: Prodi, D’Alema, Amato. Nessuno di essi ha fatto quanto un governo della decenza avrebbe dovuto fare: eliminare il “conflitto di interessi” che consente al signor Berlusconi, quando è a capo del governo, di farsi gli affari suoi sia nella veste di “monopolista” nel comparto dell’informazione televisiva sia negli inghippi giudiziari (ossia, leggi ad personam).
Perché i governicchi della cosiddetta “sinistra” o “centro-sinistra” non hanno agito nell’interesse della dignità dell’immagine dell’Italia nel mondo ?
E’ semplice !
Chi, dei sopravvissuti (in maniera strana!) a Tangentopoli, tocca Berlusconi nei suoi interessi fondamentali, che peraltro egli difende esplicitamente e alla luce del sole –anzi chiede i voti evidenziando che intende difendere ciò che ha “costruito” (sic !)-, è ovvio che deve aspettarsi lo scoperchiarsi dei tanti tentativi per imitarlo messi in atto dagli amici del quartierino e non solo da essi ma anche dai tanti governatori di regione, sindaci etc. che ritmicamente sono costretti a dimettersi per avere agito non nell’interesse pubblico ma per interessi individuali. Fino a quando la classe dirigente del paese continuerà ad essere composta dai falsi puritani del periodo di Tangentopoli non ci sarà, per gli italiani, serietà ed integrità nella gestione della cosa pubblica.
Ha ragione Pannella: centro-destra e centro-sinistra odierni sono solamente due facce della medesima sostanza (per la verità egli è più cattivo, infatti, dice: gli uni sono i corleonesi e gli altri i palermitani, ma sempre mafiosi sono. Egli con queste espressioni intende sottolineare che non bisogna fidarsi di nessuno dei due cosiddetti schieramenti).
Serve urgentemente il ricambio generazionale, contrariamente passeremo da una Tangendopoli all’altra.
La cosa pubblica deve essere affidata a chi ancora non ha raggiunto i quarant’anni, cosa che avviene normalmente in tutti i paesi civili del mondo (recentemente in Gran Bretagna). Scompaiano in un sol colpo i Berlusconi, i D’Alema, i Veltroni, i Cicchitto e cosi via. Si facciano immediatamente le leggi sui conflitti di interesse, di cui tutti i paesi del mondo sono dotati.

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