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martedì 18 maggio 2010

Il terremoto del 14 gennaio 1968 nei ricordi di Nicola Graffagnini: il 1976 anno decisivo per la ricostruzione

Bilancio dell’ottavo anniversario del terremoto
Nel Gennaio 1976 sul Giornale del Corleonese, in occasione dell’ottavo anniversario del terremoto, dedicavamo alcune pagine ad un Bilancio della ricostruzione in cifre, nel mio pezzo scrivevo: - Valle del Belice -
- 348 miliardi spesi, nessuna casa assegnata;
- bloccati i lavori di urbanizzazione primaria;
- 32.000 emigrati dal 1968 su una popolazione di 100.000 abitanti;
- estesa disoccupazione per fine lavori, in mancanza di una legge di finanziamento poliennale;
Contessa Entellina - ultimate le seguenti opere:
- 80 alloggi popolari costruiti dalla EDILTER di Bologna;
- opere relative alla urbanizzazione primaria nella zona di trasferimento dell’abitato (strade, acqua, luce, fognature …) ;
- bloccati i lavori per la ricostruzione della prima unità immobiliare dei privati, infatti il Ministro Bucalossi ha bloccato l’assegnazione dei fondi giacenti presso l’Ispettorato Zone Terremotate;
- si attende la Commissione Parlamentare Lavori Pubblici per la prima visita ispettiva alle zone terremotate.
Accanto al mio articolo, Pietro Ragusa illustra la situazione di Chiusa Sclafani, con parole chiare e illuminanti per la tesi che vado esponendo
"Il nostro Sindaco, insieme a quelli di Corleone, Giuliana, Bisacquino, Campofiorito ha perso il treno della lotta che hanno sostenuto i Sindaci della valle del Belìce, sta cercando in qualche modo di sensibilizzare i parlamentari affinchè si apporti qualche modifica alla famosa Legge dell’85%: questa Legge separa i paesi colpiti dal sisma in due categorie:
- la prima categoria che usufruisce dell’85% dei finanziamenti;
- il restante 15% dei fondi viene ripartito tra i paesi di seconda categoria che sono ben 106…"
Al fine di comprendere meglio le cose di cui stiamo parlando ….riporto un pezzo dell’articolo pubblicato sul Giornale del Corleonese, in occasione del varo della nuova legge che istituisce le Commissioni Comunali art. 5. Si intitola : "Il controllo popolare impedirà altri ritardi" …
"La recente legge approvata dal Parlamento costituisce un successo delle lotte delle popolazioni guidate dalle amministrazioni comunali e dalle organizzazioni sindacali. Criterio informatore della legge è quello dell’autogestione della ricostruzione da parte delle popolazioni interessate …
E’ stato abbandonato finalmente l’accentramento burocratico nelle mani dell’Ispettorato ……
Ora l’espletamento di tutti i compiti è stato affidato alle Amministrazioni Comunali, la legge assicura un controllo popolare nella erogazione dei contributi da parte delle apposite Commissioni art. 5, che assicura una presenza della maggioranza pari a quella della minoranza con la presenza in più del Sindacato locale.
A detta del Sindaco Di Martino, la legge non è completamente soddisfacente per i comuni del Corleonese e segnatamente per i Comuni di Contessa, Roccamena e Camporeale, perché ancora mancano i fondi : a) per la ristrutturazione dei vecchi centri abitati; b) per la riparazione dei fabbricati danneggiati …dal momento che ci troviamo in zona sismica di primo grado.
Per quanto riguarda poi i dieci miliardi stanziati per i Comuni di Corleone, Campofiorito, Chiusa Sclafani, Giuliana, Bisacquino, se venisse adottato il principio restrittivo – per l’erogazione dei contributi ai proprietari alloggiati in alloggi provvisori ( in atto la legge si riferisce solo a baracche ) costituirebbe una vera e propria beffa per le popolazioni interessate, in quanto i proprietari di fabbricati che vivono in baracca non arrivano a venti ( tra Corleone e Chiusa Sclafani ) e negli altri paesi non vi sono baraccati …!"
"Per il Comune di Contessa il concetto di alloggio provvisorio dovrà intendersi non solo riferito ai proprietari di fabbricati che vivono in baracca ma anche ai proprietari di fabbricati che in attuazione del piano di trasferimento dell’abitato, approvato con decreto del Presidente della Repubblica nel Gennaio 1969, e in attuazione del Piano particolareggiato di attuazione, devono ricostruire la propria abitazione nella nuova zona di trasferimento già urbanizzata".………………………....................................................................................................................
Nella relazione della Commissione Parlamentare d’inchiesta sulla ricostruzione, istituita con legge 30 marzo 1978 si legge: - fin dalle prime battute "lo Stato avoca a sé tutti i meccanismi di intervento, tagliando fuori la Regione e soprattutto i Comuni e ciò fino al 1976". …. "per i primi otto anni , tutti i grandi appalti per le urbanizzazioni primarie e secondarie sono stati gestiti in tutto dallo Stato, dal ministero LL.PP. e per esso dall’Ispettorato alle Zone Terremotate".
Fino al 1976 vi sono stati due soli stanziamenti, il primo di 162 miliardi, legge 18.03.68, il secondo di 186 miliardi, legge 15 aprile 1973, per un importo complessivo di 348 miliardi e 650 milioni.
A fine 1975 … l’Ispettorato … fa sapere al Comitato dei Sindaci e anche ai Sindacati Confederali sul territorio che le somme erogate risultano esaurite per le urbanizzazioni primarie …..ma in altre parti precedenti dimostro che fin dal 1973 e 1974 l’assegnazione dei fondi risulta rallentata …. a causa dei trasferimenti ridotti al lumicino e poi ufficialmente bloccati dal Ministero .
Appresa questa notizia, in tutta la valle del Belìce, affiora un movimento spontaneo di lotta che si caratterizza in una serie di iniziative, promosse anche dalle Scuole organizzate in ogni Comune.
Il 24 Febbraio 1976 il Presidente della Repubblica e il Presidente della Camera Pertini, tra l’altro, ricevono i bambini delle scuole elementari di Santa Ninfa che avevano scritto delle lettere significative a tutte le Autorità, raccontando le condizioni quotidiane in cui sono costretti a studiare nelle baracche chiamate scuola.
Finalmente il 29 Aprile 1976 il Parlamento approva la legge N. 178 di 250 miliardi e le Commissioni dell’art. 5 per l’esame dei progetti comunali .
Con questa nuova Legge, secondo il Comitato dei Sindaci ( Relazione al 25° Anniversario ) i Comuni a totale trasferimento nel tempo di quattro anni realizzano il 90 % della ricostruzione.

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