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domenica 2 maggio 2010

8 maggio - Tanto tempo fà si svolgeva a Contessa Entellina la fiera-bestiame

Tempo fà, prima che venisse meno la cosiddetta 'civiltà contadina' l'8 maggio a Contessa Entellina si svolgeva la prima di una serie di "fiere mercato" che fino a settembre avrebbero interessato l'hinterland della Sicilia. La fiera dell'8 maggio era significativa, in un certo senso importante, per il mondo contadino di allora perchè dalle contrattazioni che in essa si svolgevano i contadini percepivano l'andamento dei prezzi del bestiame per l'intera annata.
A Contessa Entellina arrivavano, per partecipare, alla fiera allevatori da tantissimi paesi dell'agrigentino, del trapanese ed ovviamente del palermitano. Per partecipare alla fiera di Contessa (ma la situazione non cambiava per le fiere che si sarebbero svolte a Bisacquino, Chiusa Sclafani, Giuliana, Campofiorito, Camporeale, Santa Margherita Belice, Menfi etc.) i contadini lasciavano il paese di provenienza la sera antecedente la manifestazione per spingere il bestiame da portare alla contrattazione durante la notte ed essere qui, nel nostro paese, nella mattinata dell'8 maggio.
Arrivavano centinaia e centinaia di capi di bestiame (bovini, ovini, equini, capre, maiali, pollame) e venivano disposti in un'area che da valle di Giarrusso arrivava su nelle 'Brignat' ben oltre la strada che conduce all'Odigitria, in certe annate fino alla vetta di Brjgnat. Era la giornata dei sensali, figure importanti e indispensabili nell'economia contadina. Era tramite loro che i contadini riuscivano a trovare il venditore o l'acquirente della giumenta, del mulo, dell'asino, della vacca e cosi via. Essi, i sensali, avevano il termometro dei prezzi correnti nel mercato del bestiame sia per la giornata della fiera che per il ciclo più ampio della stagione. Di essi i contadini si fidavano e traevano incoraggiamento sia per acquistare che per vendere. I nomi che ci piace ricordare sono Benone Manale, Vito Schilleci, Cocò Lo Iacono (villusa); di altri ci sfugge il nome ma erano personaggi intraprendenti, curiosi ed intelligenti.
La fiera dell'8 di maggio non era solo la fiera del bestiame, era anche la fiera degli attrezzi agricoli (falci, zappe, aratri, sacchi, cordami e cosi via) e degli battrezzi domestici (pentole, scale, vasellame etc.).

Oggi l'8 maggio, la fiera come ancora viene chiamata, è tutt'altra cosa. E' un momento del mercatino quindicinale che regolarmente si svolge nel corso dell'anno. E' una occasione per l'approvigionamento alimentare e vestiario della famiglia. Un modo come un altro per incanalare la spesa familiare. La fiera mercato bestiame, di tanti anni fà, non era occasione di consumo (se non marginalmente) era occasione di investimento dei magri risparmi per il successivo decennio, occasione per scegliere una opportunità di sopravvivenva per le famiglie. Acquistare una vacca, una giumenta, era la svolta che si riteneva di dare alla conduzione familiare per gli anni a venire. Un pò come oggi acquistare trattore, mototrebia e così via nelle famiglie degli odierni agricoltori.
Tutto, nella memoria di chi scrive, ha subito una svolta in direzione della cosiddetta modernità con gli anni sessanta, con la grande emigrazione verso la Svizzera e la Germania, e poi col sisma del gennaio 1968. In seguito a questi due fenomeni cessò la 'civiltà contadina' e iniziò lentamente l'odierna società dei consumi, con le mille derivazioni. Un mondo completamente diverso.

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