StatCounter

giovedì 8 aprile 2010

La par condicio dei politici viene usata per nascondere l'assenza di ubbidienza dei sacerdoti. Non è scritto che "il primo fra voi sarà chi più si umilierà" ?

Volentieri pubblichiamo quanto pervenutoci 

La sensazione è che con Padre Mario, a Contessa, ci si accapiglia in una lite di condominio, condita di urla sulle scale e lancio di stracci. Non sono pochi i fedeli che denunciano “la caduta di livello della funzione religiosa, spirituale, della Chiesa di Contessa Entellina”.
A Contessa da un po’ di anni, da quando è venuta meno la stima reciproca, ammesso che ci sia mai stata, fra Papas Nicola e Padre Mario, la Chiesa, con la C maiuscola, è scaduta, è sprofondata in lotte intestine dal sapore medievale.
Non lasciamoci ingannare: la gente si è stretta attorno ai due, le funzioni, i servizi, domenicali sono affollati. Ma chi può asserire che sia cresciuta la Fede, che la gente viva meglio il Vangelo?
Sarebbe pertanto interessante per tutti capire cosa ci sia alla base, all’origine, di questa vicenda fuori tempo.

“Greci” e “Latini”, all’interno dell’Eparchia, sono sostanzialmente tranquilli a Mezzojuso e a Palazzo Adriano; perché Contessa si dibatte in situazioni che ad una asettica analisi sa di arcaico, di lontano, e diciamolo pure di “antireligioso”, di pagano ?
La Fede, le convinzioni religiose non c’entrano. Se c’entrassero non parleremo di due riti, ma di due religioni distinte, come dire cattolici-protestanti.
Che padre Mario e papas Nicola non siano consapevoli di questa elementare cognizione è fuori da ogni ipotesi.
Dieci anni fa i due ci hanno dato la sensazione che fossero amici e comunque si mossero, per un po’ di tempo, sulla medesima lunghezza d’onda.
Resta quindi da capire cosa sia accaduto dopo. Deve essere accaduto qualcosa, non si spiegherebbe diversamente in tutta questa vicenda che -ormai da almeno tre anni- sborda dalle relazioni private fino a coinvolgere le due comunità; anzi, per meglio dire, sborda per coinvolgere l’unica comunità di Contessa.
Contessa Entellina su queste problematiche, anche nel passato, è stata una, soltanto nei comportamenti di una ventina di persone si è potuto cogliere la sensazione di due fronti. La gente la domenica frequenta indifferentemente l'una o l'altra chiesa.
Non si spiegherebbe l’assenza, la lontananza (che, ne siamo certi, non è disinteresse, di Mons. Sotir Ferrara). Il Vescovo ha dato cenno di intervenire in quella che ci sembra sia stata la fase iniziale della “divaricazione”, dopo i fatti del due novembre 2008, ma immediatamente si è tirato fuori. Per lui è stata come una liberazione che Padre Mario abbia eccepito, alla nota di contestazione che gli era pervenuta sull’episodio delle spallate al portone della Cappella Cimiteriale, un vizio di forma (non di sostanza). Il Vescovo, da allora, appare agli occhi dei contessioti sempre più assente. Chiunque lo conosca sa però che Egli non è per sua natura né “distratto” né “insensibile”. Egli è sufficientemente abile per fare chiarezza, ma –ed è una constatazione- non interviene, non esige dai suoi sacerdoti l’ubbidienza sulla linea che sappia conciliare il rispetto della “Verità” religiosa, cristiana, con le regole del diritto canonico, con le specificità delle tradizioni eparchiali.
Guardiamo la situazione da un altro versante: Padre Mario è stato ordinato sacerdote all’interno di questa Eparchia. Nessuno immagini che egli non conoscesse la natura bizantina della diocesi “eletta”. Egli conosceva fin dall’origine di immettersi in un coacervo di tradizioni, transazioni, usi e costumi della parrocchia a cui era destinato. La persona è abbastanza intelligente ed arguta e le voci messe ad arte, da qualcuno, in giro sulla bocca di Padre Mario “Quest’anno li ho fatti entrare, il prossimo anno resteranno fuori” non sono certamente di sua provenienza.
Papas Nicola, è noto a tutti, è un sacerdote che alla spiritualità associa anche concretezza per il procedere della vita. Egli –è di facile lettura- sente la responsabilità di essere il prosecutore di una tradizione bizantina locale che deve, perché così vogliono fin’anche le indicazioni vaticane del post-Concilio, trapassare ancora i secoli a venire. Sua preoccupazione è quella di consegnare integralmente, a chi verrà dopo di lui, quanto a lui è stato affidato al tempo della sua immissione a parroco di rito bizantino.
A tutti noi, laici, sfugge cosa sia accaduto –di dirompente- fra Papas Nicola e Padre Mario.
E’ soltanto una asserzione priva di realismo quella che vuole i due sacerdoti prigionieri delle rispettive “cosche fanatiche”. Quel fanatismo, non c’è alcun dubbio, non ha nulla a che fare con la Fede. Entrambi i sacerdoti sono intelligenti e culturalmente capaci di dominare simili tendenze e all’occasione sono pure in condizione di liberarsene. Devono ovviamente volerlo.
Cosa è accaduto fra i due parroci ? fra queste due figure, entrambi, intelligenti ?
La “par condicio” non è, e non può, essere che una parolina rubata al mondo della politica, che non ha spazio nei contesti delle tradizioni e delle liturgie dei due riti.
Il sincretismo così come non vale fra le religioni, non vale fra i riti.
Dell’accaduto, oltre ai due, è a conoscenza il Vescovo, la cui assenza è a nostro parere apparente. Egli però non può continuare nella latitanza, sia pure artificiosa.

Nessun commento:

Posta un commento