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domenica 21 marzo 2010

Oggi è domenica

Conoscere il patrimonio culturale-religioso bizantino
Santa Maria Egiziaca.
Non è possibile stabilire con certezza cosa sia storicamente fondato e cosa sia evoluzione nella tradizione sull'Egiziaca. Possiamo dire che nel VI secolo i pellegrini veneravano, nei pressi di un monastero egiziano, la tomba di una santa donna chiamata Maria, che aveva vissuto nel deserto in solitudine e penitenza. Nel VII secolo il patriarca Sofronio di Gerusalemme scrisse una vita di santa Maria Egiziaca che, pur non risalendo ad alcuna fonte storica verificabile, servì da base a tutta la successiva letteratura.

La pericope evangelica domenicale è Mc 10, 32 – 45:

Mentre erano in viaggio per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti ai discepoli ed essi erano stupiti; coloro che venivano dietro erano pieni di timore. Prendendo di nuovo in disparte i Dodici, cominciò a dir loro quello che gli sarebbe accaduto: “Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi: lo condanneranno a morte, lo consegneranno ai pagani, lo scherniranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno; ma dopo tre giorni risusciterà”. E gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: “Maestro, noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti chiederemo”. Egli disse loro: “Cosa volete che io faccia per voi?”. Gli risposero: “Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra”. Gesù disse loro: “Voi non sapete ciò che domandate. Potete bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?”. Gli risposero: “Lo possiamo”. E Gesù disse: “Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato”. All’udire questo, gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù, chiamatili a sé, disse loro: “Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. Il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”.

Breve commento
San Giovanni Crisostomo commenta il brano in questi termini: “Quelli credevano di entrare nel regno senza passare per la croce e la morte: l'avevano ascoltato mille volte, ma non avevano potuto capire chiaramente. Poiché non erano giunti ad una conoscenza chiara ed esatta di ciò che veniva loro insegnato, ma credevano che Gesù si incamminasse per un regno visibile, e che avrebbe regnato su Gerusalemme, avvicinandosi a lui sul cammino e ritenendo che fosse il momento opportuno, gli rivolgono questa domanda; infatti, separandosi dal gruppo dei discepoli, colta l’occasione propizia, chiedono a Cristo il privilegio di sedere vicino a lui, e di essere i primi fra gli altri; loro credevano che le cose fossero ormai giunte al loro termine, che tutto era stabilito, e che era giunto il tempo delle corone e dei premi (nostra nota: Come tanti di noi meridionali chiesero, pure loro, una 'raccomandazione'). Vedi come quelli non sapevano ciò che chiedevano, quando parlavano con lui di corone e di premi, non essendo ancora iniziate le lotte. Gesù chiama calice e battesimo la sua croce e la sua morte: calice, perché andò verso la croce volontariamente; battesimo, perché con la sua morte purificava la terra intera. E non esistono altri motivi, eccettuata la facilità con la quale risuscitò. Come colui che battezza con acqua, con tutta facilità si alza, non essendo impedito in nulla dalla natura dell’acqua; così anche lui, dopo essere disceso nella morte, con molta facilità risuscita: per questo chiama quella battesimo”.

Riflessione per gli uomini liberi
La libertà altrui, secondo Bobbio
"Con Norberto Bobbio scompare la coscienza critica della sinistra italiana. È stato l'«oracolo» al quale, periodicamente, e soprattutto nei momenti più critici della recente storia italiana, politici e intellettuali della sinistra hanno fatto ricorso. Sempre sorprendendoli, gettando nel pensiero politico l'inquietudine di chi - come lui - sentiva di appartenere alla categoria di uomini che non sono mai contenti di se stessi. L'eredità della riflessione politica lasciata da Bobbio alla sinistra italiana è riassumibile in una via che lui stesso ha chiamato «la politica dei diritti»." [Corriere della sera - 10/01/2004]

"'Dalla osservazione della irriducibilità delle credenze ultime ho tratto la più grande lezione della mia vita. Ho imparato a rispettare le idee altrui, ad arrestarmi davanti al segreto di ogni coscienza, a capire prima di discutere, a discutere prima di condannare. E poiché sono in vena di confessioni, ne faccio ancora una, forse supeflua: detesto i fanatici con tutta l'anima."

Satira Politica

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