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sabato 27 febbraio 2010

Ricordi del mondo contadino locale - Gli anni cinquanta del Novecento, prima dell'emigrazione di massa

Il tempo vissuto nell'infanzia e nella prima giovinezza è quello che più resta impresso nella memoria di ciascuno.
Molti di coloro che oggi, a Contessa, si approssimano o hanno superato i sessant'anni, siano che oggi conducano una vita da professionista o da lavoratore manuale, hanno fatto nei tempi andati, negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo passato, grande esperienza del mondo lavorativo della campagna nel contesto di allora, quando costituiva quella che oggi viene denominata CIVILTA' CONTADINA.
Quell'esperienza viene ricordata nella raccolta dell'uva nel tempo della vendemia, delle mandorle, delle olive, nella semina, nello zappare per ripulire il grano, le fave, i piselli, condurre l'orto preparando il terreno per piantare pomidoro, melenzane, peperoni, cavolfiori, irrigare, concimare e diserbare. Ma non era solo quello. Molte delle cose si fanno ancora oggi.
Alla fascia di età dei 50/60enni di oggi torna in mente, spesso, il ricordo dei muli che, numerosi, costituivano gli unici mezzi di trasporto (proprio come le odierne automobili) per le vie del paese. Per posteggiare quei muli bisognava individuare, appiccicati nei muri esterni delle case, gli appositi anelli dove legarli con la corda delle 'retini'. I muli erano parte integrante della vita contadina; la mattina presto e la sera tardi file ininterrotte di contadini a dorso di mulo si coglievano a vista d'occhio da Giarrusso a Muricchio. Con i contadini a dorso, i muli trasportavano anche gli arnesi di lavoro: aratri, zappe, sementi, lanceddi.

Nelle case contadine, ogni sera, ci si ristorava con una minestra brodosa a base di cavoli o altra verdura.
Le mandrie pascolavano lungo quelle che erano state le regie trazzere; generalmente a custodirle c'erano ragazzini di 8 - 9 anni che erano stati privati della socializzazione della scuola e del gioco, costretti a crescere abbrutiti in compagnia delle pecore e dei cani pastori e solo per pochi soldi.
In ogni famiglia contadina (l'80% del totale delle famiglie locali) la stalla per i muli e/o le vacche costituiva un vano immancabile di ogni abitazione ed assieme ad essa anche il pollaio per le rumorose galline ed il loro gallo; il gallo ogni mattina alle quattro col suo chicchirichì rompeva il silenzio sostituendosi alle odierne sonerie (o sveglie). Per i contadini, con quel chicchirichì, era arrivata l'ora di alzarsi e cominciare ad organizzarsi per la lenta andata in campagna, a dorso di mulo.

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