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venerdì 19 febbraio 2010

Consorzio di Bonifica, Diga Garcia, Territorio Comunale e Azienda Forestale (1)

Il Consorzio di Bonifica
In Sicilia operano i Consorzi di Bonifica, il cui compito è di regolamentare i corsi d’acqua, rafforzare gli argini, curare gli invasi, irrigare le campagne e migliorare l’ambiente, ma che negli ultimi anni si sono trasformati in qualcosa di completamente diverso.



Molte delle funzioni elencate non vengono più svolte ed è prevedibile che se la Sicilia frana un po’ di colpa spetta anche ai Consorzi, che non fanno più i Consorzi nello spirito con cui erano stati costituiti.
Quando i Consorzi si occupavano di quelle funzioni avevano 400 dipendenti. Oggi l’organico è cinque volte superiore, un numero pari agli operai della Fiat di Termini Imerese:
-31 dirigenti
-1025 unità con contratto a tempo indeterminato
-880 avventizi e stagionali, che ad ogni scadenza, generalmente, vengono riassunti.



I Consorzi secondo qualche osservatore sono un frutto delle logiche della Prima Repubblica. I consorzi erano enti autonomi, ma dal 1995 sono passati sotto il cappello regionale perché la politica si era improvvisamente accorta che non funzionavano bene, e pertanto dovevano essere riformati e, perciò, dovevano essere “commissariati” per un paio di anni. Invece ne sono passati quattordici di anni ed i Consorzi, oggi, sono una istituzione fra le altre in Sicilia.



A Palermo c’è il Commissario capo, il prof. Salvatore Barbagallo, in periferia ce ne sono altri 11, uno per ogni provincia, più altri due a Gela e Caltagirone.



Dopo il commissariamento, circa il 90% del costo del lavoro è passato a carico dell’assessorato regionale all'agricoltura. Gli agricoltori, teorici beneficiari dei servizi, versano un contributo annuo minimo: sono 63.334 le aziende agricole che versano quasi 11 milioni di euro (con una media di €. 173,oo pro capite). Altri €. 500.000,oo vengono da oltre 5.000 aziende non agricole e da privati cittadini che, in qualche modo, beneficiano dell’attività dei Consorzi.



E’ palese che questi introiti non sono sufficienti a coprire le spese di gestione (2.000 unità lavorative).
Confagricoltura, Coldiretti e Cia, le maggiori organizzazioni dei coltivatori, vorrebbero che si voltasse pagina con la fine del commissariamento.



Nell’ultimo anno e mezzo sono cambiati tre assessori all’Agricoltura: Giovanni La Via, Michele Cimino, Titti Buffardeci ma non si è mai pervenuti alla “riforma” auspicata, a parole, da tutti.

Nota: (La panoramica sulle prevalenti attività lavorative del territorio continuerà. Le fonti e gli spunti riportati provengono da inchieste giornalistiche condotte da più organi di stampa)

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