StatCounter

martedì 8 dicembre 2009

Francesco Giunta e le indagini storiche sugli arbrëshë -3-

E, quindi in una Sicilia che aveva fame di braccia per la ristorazione della sua agricoltura che sopravvennero le genti d'Albania: l'accoglienza favorevole che fu loro  riservata va anche collegata con la particolare situazione socio-economica dell'isola. Fra il Quattro e il Cinquecento, infatti, gli aumenti verificatisi nei prezzi del grano e dei diversi prodotti agricoli, avevano determinato la necessità di ripopolare gli antichi casali per rimettere a coltura feudi rimasti a lungo abbandonati "per l'abbandono -come ha rilevato il Garufi- dei vassalli sfuggiti alle imposte dei donativi continui ed ai soprusi dei feudatari".
Un'altra considerazione riguarda il concetto di "povertà", che accompagna questi insediamenti albanesi in Sicilia. Va scritto ad onore degli immigrati di avere lasciato dietro le spalle ogni ricordo di grandezza e di benessere e di avere voluto ricominciare, con fierezza, da capo. Vorrei ricordatre, in tempi di difficile benessere, quali i nostri, donde bisogna partire per ricostruire e costruire nuove realtà socio-economiche.
Dal primo dei capitoli di S. Michele di Ganzaria: "Et primo chi lu dictu Cola (Bisurca) se obbliga a lu presenti portari in la boronia di la Ganzaria casati trenta, cum lu nomu di nostru Signuri, andandu di iornu augmentandusi; et perchì a lu presenti non chi è comoditati di fari casi, farannu per hora paglara".
Da una testimonianza delle genti di Mezzoiuso del 1656: "Quando si concesse detto casale et territorio di Mezzojuso dalli detti Canonici ad detto quondam Giovanni Corvino ... detto casale di Mezzojuso era piccolissimo et quasi abbandonato, tutto palude, con alcune pochissime case, et li pochi greci che in quello habitavano, la maggior parte stavano nelli pagliara, per defetto delle poche case che in quello erano, et per essere poverissimi, di modo tale che, che se detti Canonici non l'havessero concesso ad enphiteusim al detto quondam Giovanni Corvino et da quello non fossero stati subvenuti et aggiunti, detti habitatori, per la detta povertà, non si haveriano potuto mantenere".
A me pare che su queste origini, su questo "status" iniziale va posto l'accento per cogliere meglio, al di là di ogni preoccupazione cronologica, il punto di partenza per capire interamente il miracolo degli Albanesi di Sicilia.
Nascevano in questo clima di reciproco bisogno le colonie albanesi dell'isola. Ed il frutto di un simile concomitante interesse è dato dalle capitolazioni vantaggiose stipulate. Possiamo distinguere due tipi di fondazioni. quelle di Palazzo Adriano, Mezzoiuso e Contessa -e sono le prime- legate al ripopolamento di feudi abbandonati; e le altre di Biancavilla, Piana dell'Arcivescovo e S. Michele di Ganzeria che sono fondazioni ex novo con licenza sovrana "su feudi dati sempre in affitto a tempo più o meno lungo e quindi a condizioni più vantaggiose".

Nessun commento:

Posta un commento